La Valpolicella è una terra complessa ed affascinante, caratterizzata dalla coltivazione della vite.
Caratteristici del suo paesaggio sono i muretti in pietra a secco che delimitano le strade e sostengono le coltivazioni su terrazzamenti, denominati, in dialetto locale, “marogne”.
La zona dista pochi kilometri dalla città di Verona ed è delimitata a sud dalle anse del fiume Adige e a Nord dai Monti Lessini. Accanto, a ovest, si adagia il Garda, maggiore lago italiano, che con il suo clima mite e temperato favorisce le culture della vite, ma anche dell’ulivo e del ciliegio.
Abitata sin dall’età Paleolitica, la Valpolicella ha una forte identità storico-culturale, data soprattutto dalla presenza di una popolazione di origine retico-etrusca, gli Arusnati, presenti sin dall’epoca Romana.
Gli Arusnati avevano come centro del loro pagus (o villaggio) il colle di San Giorgio e l’economia della popolazione era prevalentemente volta all’agricoltura.
Alla caduta dell’Impero Romano, la zona subì numerose invasioni barbariche, ritrovando poi la propria autonomia solo in età Medievale, grazie al trattato firmato da Federico della Scala nel 1313, che definì i confini e la forma giuridica della “Contea della Valpolicella”.
Tranquillità e autonomia amministrativa vennero mantenuti anche sotto il successivo dominio della Serenissima e fino al Settecento. Ciò permise la stabilità politica del territorio e la sua riorganizzazione agraria, con consolidamento della coltivazione della vite, i cui segni permangono visibili anche ai nostri giorni.
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